Garfagnana Terra Unica: un viaggio nella prima Comunità del Cibo e dell' Agrobiodiversità in Toscana





Sembra strano ma, pur essendo vicina, non conoscevo la Garfagnana. O meglio, non la conoscevo nel modo in cui ci è stata fatta conoscere grazie ad Annarita Rossi e ai blogtour del Calendario del Cibo Italiano. E dopo il primo, a primavera, sono tornata con piacere anche in autunno, per godere ancora una volta della bellezza e del fascino selvaggio di questo angolo di Toscana isolato fra l’Appennino Tosco-Emiliano e le Alpi Apuane. 





Qui con passione si conservano usi, costumi, tradizioni e identità, e il fortissimo senso di appartenenza al territorio della popolazione diventa la base per tanti progetti volti alla salvaguardia, conservazione e messa in sicurezza della agrobiodiversità locale, immensa ricchezza di questo territorio.  




Venerdì 3 Novembre, nella splendida cornice della Fortezza di Mont’Alfonso di Castelnuovo Garfagnana, si è tenuto il Convegno “Comunità del Cibo: un’opportunità per valorizzare i territori”

 

iniziativa organizzata dall’Unione Comuni della Garfagnana, con il patrocinio della Provincia di Lucca, che si inserisce nell’ambito del progetto finanziato da Terre Regionali Toscane in collaborazione con l’Università di Pisa (“Realizzazione di un modello operativo per la istituzione di una Comunità del Cibo e della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, con la realizzazione di un caso concreto”) al fine di incentivare e garantire a livello locale uno sviluppo economico, culturale, sociale e ambientale armonico e rispettoso degli equilibri naturali.

 

La Garfagnana si fregia dell’onore di essere la prima Comunità del Cibo in Toscana, seconda in Italia, che si impegna nella salvaguardia e conservazione delle specie animali e vegetali che rischiano l’estinzione mediante il coinvolgimento dei Coltivatori Custodi, della sezione locale della Banca del Germoplasma, delle aziende agricole e di tutti coloro che sono sensibili al tema. La Comunità del Cibo e della Agrobiodiversità della Garfagnana si pone come nuova via per riscoprire i sapori e i saperi del nostro passato che, ricchi di identità e di memoria, devono essere riscoperti e valorizzati in una moderna chiave economica, sociale e culturale in modo da non essere persi definitivamente.


L’appartenere alla Comunità del Cibo presuppone quindi che gli abitanti della Garfagnana si impegnino a realizzare ogni azione necessaria per la tutela, la valorizzazione e la promozione della Agrobiodiversità locale, immenso patrimonio materiale e immateriale che da generazioni disegna la comunità e il territorio (Patto della Terra della Garfagnana). Si tratta di sviluppare azioni congiunte volte al miglioramento del sistema alimentare a partire dalla valorizzazione delle produzioni locali (filiera corta, vendita diretta, acquisto o consumo identitario) facendo particolare attenzione alla conservazione della biodiversità agricola e degli ecosistemi.



Tutto questo costituisce un passo avanti nel percorso che da oltre un decennio vede collaborare la Comunità Montana prima, e l’Unione dei Comuni poi, con gli Enti e le istituzioni dei territori stessi. È del 2005 il progetto “I semi del sapere”, attivato con il coinvolgimento delle scuole, che ha dato particolare impulso alla attività di ricerca delle antiche varietà agrarie intrapresa già dalla fine degli anni ’90, avviando una importante azione di sensibilizzazione e di recupero di un notevole patrimonio genetico vegetale (legge 56/97 e perfezionamento della LR 64/04). Bellissimo il video di Antonella Giusti e Roberto Giomi sulla Comunità del Cibo. Nel 2008 viene istituita la locale Banca del Germoplasma (conservazione ex situ) e viene successivamente individuato un nucleo di Coltivatori Custodi

 

per assicurare la conservazione delle varietà recuperate. Il Coltivatore Custode gioca un ruolo importante nella preservazione del patrimonio genetico, è responsabile della conservazione in situ delle risorse genetiche e nella messa in sicurezza della agrobiodiversità regionale. Mentre il Coltivatore Custode anziano aveva molta dimestichezza nella riproduzione del seme, quelli giovani devono essere supportati in questo, data la grande importanza che ha l’evitare le contaminazioni ed ibridazioni delle sementi utilizzate, che devono tornare alla Banca del Germoplasma assolutamente pure.

 

Chiunque può fare domanda per far parte dei Contadini Custodi, anzi Agricoltori Custodi come vengono definiti oggi, aggiornarsi periodicamente con seminari tecnici e provvedere alla stesura di un annuale per le buone pratiche. Tutto questo nasce anche per la necessità di assicurare a prodotti come le castagne, il farro, il formenton otto file, le numerose varietà di mele, di pere il posizionamento in una nicchia di mercato dedicata, in cui i prodotti identificano il territorio da cui provengono e in cui vengano resi disponibili con corrispondenza perfetta all’immagine che ne viene data e raccontata. 

                     

La riconoscibilità a livello del mercato globale è un obiettivo della biodiversità assieme alla possibilità di consentire la scelta di una maggiore varietà di prodotti. Diventa quindi importante anche il sostegno economico che scongiuri l’abbandono del territorio e il suo decadimento. Ma è necessario che sul territorio si cooperi e si bypassino le singole individualità, si mettano a comune conoscenze, si condividano le risorse, si dia una visione univoca delle azioni collettive per ottenere che la propria identità sia riconoscibile da chiunque. E la consapevolezza, la promozione, la comunicazione della biodiversità alimentare è l’unica via percorribile per lo sviluppo sostenibile di territori come la Garfagnana.  

Questo interessantissimo convegno, cui erano presenti il Vicepresidente dell’Unione Comuni della Garfagnana Michele Giannini, il Sindaco di Castelnuovo Garfagnana Andrea Tagliasacchi, l’Assessore alla Regione Toscana Marco Remaschi, il Vicepresidente della Provincia di Lucca Mario Puppa, e a cui hanno partecipato anche i rappresentanti della Comunità del Cibo e della Agrobiodiversità dell’area sud della Basilicata, la prima istituita in Italia, zona Pollino-Lagonegrese, è stato arricchito dalla presenza degli studenti dell’Istituto Alberghiero Pieroni di Barga che hanno curato la segreteria e il servizio proponendoci assaggi di prodotti tipici. 



Questo Convegno ha fatto da apertura al fine settimana dedicato a Garfagnana Terra Unica,

la fortunata manifestazione, giunta alla terza edizione, che è l’esaltazione DELLA Terra come elemento, dei suoi frutti ma anche DI UNA Terra, la Garfagnana, straordinaria e straordinariamente ricca di prodotti unici, che necessita della consapevolezza, soprattutto fra i giovani, di vivere in un territorio dalle grandi potenzialità, una Terra Unica appunto. Oltre al buffet post-convegno abbiamo potuto assaggiare le prelibatezze garfagnine in occasione della serata trascorsa con la degustazione del Local Street Food … un’esperienza entusiasmante, come pure lo è stato ammirare le varietà infinite di frutti che la regione produce.

 


 

A casa ho voluto usare un prodotto garfagnino anche io, acquistato in occasione di questa trasferta e ho scelto la farina di castagne tanto gradita a mio marito. 





TAGLIATELLE DI CASTAGNE CON RAGU’ BIANCO DI MAIALE ALLE MELE


INGREDIENTI:

150 grammi di farina di castagne macinata a pietra della Garfagnana
150 grammi di semola 
3 uova intere
sale
750 grammi di carne di maiale 
due carote
una cipolla medio-grande
uno spicchio di aglio schiacciato con la camicia
un bicchiere di vino bianco 
un bicchiere di latte
un litro circa di brodo di carne
2 mele acidule tipo mele casciane

Preparare le tagliatelle mescolando le due farine e lavorandole con le uova e un pizzico di sale, a mano o nell'impastatrice, fino ad ottenere una pasta omogenea, soda, elastica (se necessario aggiungere qualche goccia di acqua all'impasto se risultasse troppo secco). Fare riposare per qualche minuto e tirare la sfoglia sottile. Lasciare asciugare facendo attenzione a che le sfoglie non si secchino e tagliarle a mano o con la macchinetta a formare le tagliatelle. 
Tritare la carne di maiale, scaldare l'olio con l'aglio  e rosolarla bene. Sfumare con il vino bianco. Levare la carne per un attimo, soffriggere la cipolla a fettine sottili e le carote tritate e poi aggiungere la carne e farla rosolare. Coprire con il brodo lasciando cuocere a fuoco medio. Verso al fine della cottura aggiungere le mele a dadini non eccessivamente piccoli per poterli gustare appieno. Aggiungere il bicchiere di latte, lasciare assorbire e terminare la cottura. Condire con questo ragù le tagliatelle lessate e spolverare con pepe macinato al momento se gradito, prezzemolo tritato e olio extravergine di oliva. 










Fonti:
http://www.lagazzettadelserchio.it/ 



Commenti

  1. Complimenti Leila hai fatto un resoconto dettagliato e approfondito del convegno e del senso di Comunità del Cibo. In lavoro davvero ben fatto. Grazie di tutto.

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  2. Grazie a te Annarita, contenta che ti sia piaciuto. Alla prossima ...

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