Cannoncini di sfoglia con crema tartufina e crema all'amaretto per MTChallenge
“Dum
loquor hora fugit”
Questa
frase era scritta su una vecchia lampada in casa quando ero piccola,
di quelle con la carta pergamena, anticaglia tra le anticaglie che
oggi chiamiamo vintage e che da sempre hanno riempito la casa dei
miei. Sarà per questo che io amo le cose “vecchie”, quelle che
riempiono le cantine o le soffitte, quelle che conserviamo per
ricordo e che hanno sopratutto il compito di ricordare a noi che il
tempo passa e che non torna indietro.
Persino quando ero più piccola, a scuola dalle suore, andavo nella loro soffitta e mi divertivo a scoprire i loro segreti. Non riesco proprio a liberarmi di un vecchio tavolino, una vecchia lampada, vecchie foto di persone che nemmeno conosco, perchè tutto aveva dietro una storia ed equivarrebbe per me a cancellarla, a cancellare la traccia che anche chi non conosco ha lasciato. Conservo gelosamente i miei spazi vecchi, sono una sorta di nostalgica anche dei tempi che non ho vissuto, probabilmente perchè in questo nostro eccesso di modernità mi ritrovo in maniera parziale. Sono ben contenta di far parte di una generazione che ha vissuto anni diversi perchè l'era tecnologica ha indubbiamente vantaggi infiniti, ma l'idea di diventarne dipendente mi spaventa sempre un po' e voglio conservare la capacità di potermene distaccare. Questo adagiarsi nel ricordo in effetti contrasta un poco con il fatto che non sono mai stata troppo paziente. Sarà stata l'abitudine ad essere sempre in movimento, anche tre lavori in contemporanea quando ero nei miei cenci come si dice da noi, per me fermarsi ed aspettare significava perdere tempo. Adesso invece che il tempo passa mi sono resa conto che è necessario assaporare in ogni momento il momento stesso che stiamo vivendo perchè non torna più e mi sono dovuta arrendere all'evidenza: prendere le cose con la giusta calma ha i suoi lati positivi.
Persino quando ero più piccola, a scuola dalle suore, andavo nella loro soffitta e mi divertivo a scoprire i loro segreti. Non riesco proprio a liberarmi di un vecchio tavolino, una vecchia lampada, vecchie foto di persone che nemmeno conosco, perchè tutto aveva dietro una storia ed equivarrebbe per me a cancellarla, a cancellare la traccia che anche chi non conosco ha lasciato. Conservo gelosamente i miei spazi vecchi, sono una sorta di nostalgica anche dei tempi che non ho vissuto, probabilmente perchè in questo nostro eccesso di modernità mi ritrovo in maniera parziale. Sono ben contenta di far parte di una generazione che ha vissuto anni diversi perchè l'era tecnologica ha indubbiamente vantaggi infiniti, ma l'idea di diventarne dipendente mi spaventa sempre un po' e voglio conservare la capacità di potermene distaccare. Questo adagiarsi nel ricordo in effetti contrasta un poco con il fatto che non sono mai stata troppo paziente. Sarà stata l'abitudine ad essere sempre in movimento, anche tre lavori in contemporanea quando ero nei miei cenci come si dice da noi, per me fermarsi ed aspettare significava perdere tempo. Adesso invece che il tempo passa mi sono resa conto che è necessario assaporare in ogni momento il momento stesso che stiamo vivendo perchè non torna più e mi sono dovuta arrendere all'evidenza: prendere le cose con la giusta calma ha i suoi lati positivi.
Per
questo quando la sfida dei cannoli è stata proposta l'ho presa con entusiasmo. Io, che non faccio i lievitati perchè non ho voglia di
aspettare, ho DOVUTO prendermi una giornata per la sfoglia. E poi il
cannoncino ripieno è un ricordo ancora dell'infanzia, la nostra
pasticceria preferita (che ha chiuso ormai da tanto tempo purtroppo)
lo presentava spolverato di zucchero a velo e ripieno di crema o
cioccolata. Questo vecchio signore della pasticceria ho deciso quindi
di presentarlo con un ripieno tendente al classico e lo zucchero a
velo, con la tovaglietta di lino ricamata a mano e le macchie di
ruggine che non vengono via, con le tazzine che ormai di questa
misura non le trovo più, con posate d'argento ossidate perchè è
così che a me piacciono e perchè in questo caso, per me, la
modernità e l'innovazione non hanno ragione di essere. E ringrazio
anche Francesca Geloso del blog 121 gradi che ha proposto la sfida
obbligandoci alla riflessione e alla scrittura della dedica, perchè
mantenere la capacità di scrivere e raccontare è un nostro preciso
dovere.
E
la mia dedica è proprio al tempo che passa, perchè lasci in me e
nei miei cari la certezza di averlo speso bene e la curiosità sempre
viva per quello che riserverà il futuro, pronti ad accoglierlo e
viverlo con serenità.
Ma
veniamo al cannolo!! E con la premessa della mia impazienza diventa
gioco forza approfittare completamente dello splendido post di
Francesca e copiarlo pari pari, perchè meglio della sua descrizione
direi che non c'è. Il risultato è ottimo e la ricetta sarà
arruolata nel quaderno con carta e penna, perchè ancora c'è e
perchè fa piacere sfogliarlo invece che pestare solo sulla tastiera
del pc per trovare una ricetta. Mi scuso solo per la foto degli
strati perchè dopo lo stazionamento in frigo il taglio è pessimo,
ma sono soddisfatta del risultato comunque.
Pasta
Sfoglia per cannoli o cannoncini
Ingredienti
per il panetto
350 grammi burro
150 grammi farina 00
per il pestello
350 grammi farina 00
150 grammi burro
20 grammi sale (io 10g)
Malto (facoltativo) g 10
Acqua fredda grammi 50
Vino bianco secco grammi 60
Procedimento
Per prima cosa ho provveduto a preparare il panetto. Si può fare a mano su un piano, su una spianatoia o con l'aiuto della planetaria usando la foglia.
Ho utilizzato il burro ancora freddo di frigorifero e l'ho amalgamato con la farina.
Il composto non va lavorato troppo a lungo, deve essere omogeneo ma il burro deve mantenere una discreta plasticità. Fatto questo ho modellato il panetto dandoli una forma quanto più rettangolare possibile e l'ho avvolto in pellicola alimentare e riposto in frigo per un’ora e mezzo.
Ingredienti
per il panetto
350 grammi burro
150 grammi farina 00
per il pestello
350 grammi farina 00
150 grammi burro
20 grammi sale (io 10g)
Malto (facoltativo) g 10
Acqua fredda grammi 50
Vino bianco secco grammi 60
Procedimento
Per prima cosa ho provveduto a preparare il panetto. Si può fare a mano su un piano, su una spianatoia o con l'aiuto della planetaria usando la foglia.
Ho utilizzato il burro ancora freddo di frigorifero e l'ho amalgamato con la farina.
Il composto non va lavorato troppo a lungo, deve essere omogeneo ma il burro deve mantenere una discreta plasticità. Fatto questo ho modellato il panetto dandoli una forma quanto più rettangolare possibile e l'ho avvolto in pellicola alimentare e riposto in frigo per un’ora e mezzo.
Nel
frattempo ho preparato il pastello inserendo la farina e il burro in
planetaria munita di gancio e impastando con i liquidi; l'acqua
fredda con il sale disciolto all'interno e il vino bianco secco
freddo anch'esso. Si può fare anche a mano, distribuendo all'interno
della farina disposta a fontana gli altri ingredienti ed impastando
con i liquidi manualmente.
A
questo punto ci troviamo difronte ad un bivio: alcuni sostengono sia
bene lavorare molto l'impasto altri invece che sia meglio lavorarlo
poco, lasciandolo un po' grezzo poiché saranno le stratificazioni
successive, dovute ai passaggi dei vari giri e stesure a rendere
l'impasto liscio e perfetto. Io seguo questa seconda strada, perciò
lavorate l'impasto quel tanto che basta ad ottenerlo compatto anche
se leggermente grumoso.
Ho avvolto l'impasto nella pellicola e l'ho fatto riposare in frigo per mezz'ora. Si può lasciare anche fuori dal frigorifero, in verità fate come preferite, personalmente preferisco i riposi al fresco. Trascorso questo tempo ho ripreso l'impasto e l'ho steso con il mattarello cercando di darli una forma rettangolare fin da subito. Tenete a mente che durante la preparazione la forma rettangolare va mantenuta il più possibile affinché non ci siano sovrapposizioni di pasta e non si rischi di ottenere una sfogliatura troppo disomogenea, ricordate anche che durante tutti i passaggi della lavorazione il mattarello e il piano andranno sempre leggermente spolverati di farina, per evitare che la pasta si attacchi.
E' il momento del giro di pieghe. La spiega delle pieghe rende molto meglio l'idea rispetto alle mie foto per cui ....
A questo punto
mantenendo i lati aperti in alto e in basso ho eseguito il primo giro
a 3, portando la parte alta verso il centro e ricoprendola con quella
in basso in modo tale da ottenere tre strati di pasta
sovrapposti ed ho steso la pasta.
Subito
dopo ho eseguito la prima piega a quattro, ho ribaltato il lato
inferiore e quello superiore verso il centro e poi ho chiuso a libro
la pasta, in modo tale da ottenere quattro strati.
Ho
messo in frigorifero a riposare per 45 minuti circa. Una volta
ripreso l'impasto l'ho steso, sempre in forma di rettangolo,
mantenendo il lato chiuso alla mia destra. La pasta sfoglia si stende
sempre nel solito verso, lato aperto davanti,lato chiuso a destra, e
sempre lavorando il più possibile in verticale ed aggiustando via
via in orizzontale. A
questo punto ho eseguito tutti i giri, sono ancora 4 in totale, 2 a 3
e 2 a 4, alternandoli e intervallandoli dopo ogni giro con riposi in
frigo di 20-30 minuti.
Una volta eseguiti tutti i giri la vostra
sfoglia sarà pronta per essere cotta, deve fare solo un ultimo
riposo in frigo di minimo un'ora. Io come già detto lo lascio
proprio dormire tutta la notte.
Ho steso la sfoglia per uno spessore di circa 0.5 mm e l'ho tagliata a striscioline.
Ho arrotolate le
piccole strisce di sfoglia attorno agli stampini (non li ho unti) e ho infornato dopo
averli poggiati su carta forno e spolverizzati di zucchero .
Ho atteso che si raffreddassero e delicatamente li ho sformati. Li ho conservati in una scatola di latta per qualche giorno.
Ho preparato poi le creme per la farcitura.
CREMA TARTUFINA
100
grammi di latte fresco intero
20
grammi di zucchero
25
grammi di tuorli
5
grammi di amido di mais
5
grammi di amido di riso
100
g di cioccolato fondente al 60%
25
grammi di farina di nocciole (la ricetta prevede pasta di nocciole ma
io ho modificato)
25
grammi di burro
Bollire
il latte. Nel frattempo mescolare i tuorli con lo zucchero senza
montarli a spuma e aggiungervi gli amidi setacciati. Versare sul
composto il latte e riportare sul fuoco per terminare la cottura.
Sciogliere il cioccolato fondente e unirlo alla crema calda insieme
alla farina di nocciole. Quindi aggiungere il burro a pezzettini e
amalgamare bene. Fare freddare subito in bagno di ghiaccio e
conservare in frigo con pellicola a contatto. Questa è una crema che
si monta dopo raffreddata ma io l'ho usata senza montarla.
CREMA ALL'AMARETTO
100 grammi di
latte
25 grammi di
tuorlo
10 grammi di amido
di mais
25 grammi di
zucchero
30 grammi di burro
15 grammi di
zucchero a velo
4-6 amaretti
sbriciolati
mescolare uova,
amido e zucchero con una frusta. Aggiungere il latte bollito
precedentemente e portare a cottura. Io questa crema l'ho cotta la
microonde, utilizzando la massima potenza a più riprese di breve
durata e mescolando ogni volta con la frusta fino a che la crema non
si è cotta. Ho aggiunto poi gli amaretti sbriciolati, lo zucchero a
velo e il burro a pezzettini. Ho conservato in frigo con pellicola a
contatto.
Ho farcito i
cannoli con le creme ben fredde e non è stato necessario
impermeabilizzarli dato che sapevo che non sarebbero durati più di
cinque minuti ma, nel caso in cui si dovesse tenerli da parte già
riempiti conviene impermeabilizzare l'interno all'uscita dal forno
con burro di cacao in polvere (ma va bene anche il cioccolato fuso temperato).
Con questa ricetta partecipo all'MTC n. 68
Una splendida dedica, proprio come i tuoi cannoncini.
RispondiEliminaGrazie Rossella per le belle parole.
RispondiEliminaDi là dal monte c'è una maga della pasticceria, una maga umile, dolce, allegra e capace. Ecco cosa c'era di là dal monte oltre alle Terme!
RispondiEliminaBattute a parte Leila io sono profondamente in ammirazione della tua bravura, della tua corretta misura, della tua sensibilità, della tua profondità. Tutte cose che emergono con eleganza e forza dalla tua dedica; tutte qualità che hanno anche i tuoi cannoli, con la loro sfoglia perfetta, con quella crema tartufina che finirei direttamente a cucchiaiate se solo l'avessi qui con me, con quella crema all'amaretto che non ho mai provato e che adesso voglio, tremendamente voglio, assaggiare. Grazie di tutto Leila e sono felice che tu sia rimasta soddisfatta della sfida che ho proposto.
Grazie cara Francesca, grazie per le belle parole :-)
EliminaAvrei potuto scrivere l'incipit del tuo post, da tanto mi ci sono riconosciuta. Se qualche anno fa mi avessero detto che avrei accettato di gettare tutto alle ortiche per prendermi semplicemente il mio tempo, avrei pensato come minimo alla trama di un film di fantascienza. Invece è vero ed è strano, perchè si fatica eccome ad abituarsi a ritmi lenti. Ma quando lo si fa, si capisce che magari prima non era il momento, ma adesso lo è. E godiamocelo, allora.
RispondiEliminaSei sotto il microscopio degli osservati speciali, perchè questa gara è la tua e il risultato lo dimostra. Tecnica perfetta, ripieni che non distraggono e che possono anche trasformarsi in una ossessione ;) da tanto fanno gola. Bravissima!
Grazie Alessandra, grazie per le gentilissime parole :-)
RispondiElimina