Parrozzo - I miei piccoli per il Calendario del Cibo Italiano





Cosa posso dire del parrozzo che già non sia stato detto ….
Posso dire che non l’avevo mai fatto!!



In occasione della giornata che il Calendario del Cibo Italiano dedica a questo dolce storico rimedio alla mia lacuna.

La storia ci racconta che il parrozzo nasce nella società agricola abruzzese, antico pane delle mense contadine ricavato dal mais e cotto nel forno a legna, dolce natalizio degli anni Venti per iniziativa del pescarese Luigi D’Amico, titolare di un caffè, che decise di renderlo dolce mantenendo la ricetta  sostanzialmente sovrapponibile a  quella originale e cuocendolo in uno stampo che ricordasse la forma dell’antico pane. Il Parrozzo fu preparato quindi nella sua versione dolce nel 1919 rielaborando l’antica ricetta fatta con latte, erbe di montagna e mandorle, un pane rustico detto Pan rozzo, di forma semisferica e da conservarsi più giorni. Il giallo del granturco venne riprodotto con le uova, il colore scuro delle pagnotte con la copertura di cioccolato. Gabriele D’Annunzio fu tra i primi a gustare la creazione inviatagli proprio dal suo artefice assieme ad una lettera di presentazione in cui il Pan rozzo di Abruzzo viene donato in ricordo della giovinezza di entrambi.




D’Annunzio gradisce il dolce e dedica all’amico un noto sonetto dialettale in sua lode.
E’ tante ‘bbone stu parrozze nove che pare na pazzie de San Ciattè, c’avesse messe a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terre grasse e lustre che se coce e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce”.

Sulla scatola del dolce, a memento della nobile origine del Parrozzo letterario, compaiono altri versi scritti dal poeta pescarese: “Dice Dante che là da Tagliacozzo, / ove senz’armi vinse il vecchio Alardo,/ Curradino avrie vinto quel leccardo / se abbuto avesse usbergo di Parrozzo”.
Oltre al poeta altri artisti contribuirono alla nascita e alla diffusione del nuovo dolce: Luigi Antonelli, commediografo e critico d’arte, che scrisse la Storia del Parrozzo, Armando Cermignani, insigne ceramista, che realizzo disegni e colori della confezione, Tommaso Cascella che dipinse i quadri che adornano le sale del Ritrovo del Parrozzo.
Ho deciso di fare dei piccoli parrozzi per poterli gustare con comodo, eventualmente conservandoli in frigo nel remoto caso in cui dovessero avanzare. 



INGREDIENTI (per 6 monoporzioni):

3 uova
100 grammi di zucchero
75 grammi di semolino
100 grammi di mandorle tritate o farina di mandorle
2 cucchiai di liquore (amaretto di Saronno) io o usato del rum
un limone (io un arancio)
30 ml di olio (io olio di riso)
200 grammi di cioccolato fondente
50 grammi di burro

Montare i tuorli con lo zucchero fino a che non sono belli spumosi. Aggiungere poi le mandorle, il semolino, la scorza di agrume, l’olio e il liquore. Montare a neve gli albumi e incorporarli delicatamente al composto di tuorli. Imburrare uno stampo multiplo a semisfera e cuocere in forno a 150°C fino a che lo stuzzicadenti non uscirà asciutto. Sformare i dolci e farli raffreddare. Nel frattempo preparare la copertura in cioccolato facendo fondere a bagno maria il cioccolato con il burro. Ricoprire i piccoli parrozzi con la cioccolata lasciando che conservino un aspetto appena irregolare, rustico, rifinire la base con codette di cioccolato.





Fonti:

 http://www.abruzzo24ore.tv/ms/Cultura-Spettacoli/11.htm



Ringrazio Ilaria Talimani del blog Soffici per i suggerimenti riguardo la ricetta da seguire. 

Commenti

  1. Sono bellissimi i tuoi "parrozzini" e dubito molto che siano avanzati
    Anch'io non li ho mai preparati, devo colmare questa lacuna
    Grazie mille carissima 😘

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  2. Hanno poco zucchero potrei gustarli anch'io preso nota e grazie. Buona serata

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    1. ... e sono anche veloci da fare, cosa non da poco. Buona serata a te Edvige :-)

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